all'università di Roma, ma abbandonò la facoltà alla vigilia della discussione di una tesi su
Teilhard de Chardin.
Giornalista alla rivista La Discussione, fu fotografo free-lance per riviste e rotocalchi e
cinereporter per la RAI, per la quale produsse diversi documentari e servizi. Come giornalista
collaborò anche con il quotidiano Avvenire.
durante la sua vita. Nel 2006 sono stati pubblicati da Edizioni ETS due libri:
il romanzo autobiografico Storia di Qoelet e la raccolta Ossa inaridite, che
comprende otto racconti e due cicli di poesie: I misteri e Via Crucis.
I versi di questo ultimo ciclo sono i primi ad essere pubblicati in
questa pagine.
1947 Castelli per Mondadori, che viene in parte riprodotta in Parliamone, insieme ad altri due contributi; un invito alla lettura firmato da
Martino Sartori e un intervento di Joseph Ratzinger del luglio 2000, su Micromega.
di Clive Staples Lewis. Anche questa traduzione, intrigante e sanguigna nell'uso della
lingua come tutta la sua opera, era rimasta inedita. La presentiamo per la prima volta
in queste pagine.
Le Screwtape Letters sono già ben conosciute in Italia come Le lettere di
Berlicche, per la traduzione di Alberto Castelli, pubblicata da Mondadori nel 1947 nella
collana I quaderni della Medusa.
Striano volle premettere al suo lavoro questa "breve nota autogiustificativa":
e mi ripugna. La ripugnanza nasce dal guasto che questa lingua, o la sua pretesa conoscenza, stanno facendo in altre e nobili
lingue europee, per quanto buona parte delle responsabilità vada attribuita alla sua volgare imitazione americana.
L'attrazione è provocata dai suoi poeti e scrittori: Dylan Thomas, Eliot, Auden e Lewis, che sono gli unici moderni con i quali
a volte sento delle affinità. E poi una lingua che permette di trasformare, con l'aggiunta di una lettera, la parola in spada o in
mondo - word, sword, world - non può non affascinare.
Clive Staples Lewis, dicevo, lo conosco bene. Avevo 17 anni quando mi capitò per la prima volta tra le mani un
suo libro: Out of the silent planet - Lontano dal pianeta silenzioso, che fa parte della trilogia presentata in Italia da
Mondadori come fantascienza. Complice forse la perfetta traduzione, me ne innamorai. Da allora lo ho riletto più volte, e
sempre con egual piacere.
Del presente libretto c'è poco da dire. Chi non ama il genere, non deve che rimandarmelo. Ho deciso di tradurlo
perchè l'edizione conosciuta in Italia con il titolo Le lettere di Berlicche, sempre di Mondadori, è ormai introvabile, e anche
perchè quel titolo non mi piace. Berlicche è un nome di diavolo tratto dalla Divina Commedia, e già questo è sufficiente a
circondarlo di un'aura di rispettabilità che l'autore non intende affatto dargli. Anche il nome del diavolo destinatario delle
lettere è tradotto nell'edizione Mondadori con un nome dantesco, Malacoda.
Lewis chiama il primo Screwtape, che è più un suono che un nome. Con un po' di buona volontà si potrebbe tradurlo
Truciolo, quel sottile nastro di legno che fuoriesce dalla pialla. Il secondo è Wormwood, che sarebbe Tarlo, Rosichìo, e perciò
ossessione, dolore sordo. Li ho chiamati Spirocheta (pallido, evidentemente) il primo e Sanguisuga il secondo: hanno a che
fare con il sangue sia l'uno che l'altro, e il sangue è sempre simbolo della vita.
Il sottoscritto, molto distintamente vostro meno che mai,
Cst [Carlo Striano]
la corrispondenza che offro ora al pubblico.
Vi sono due errori uguali ed opposti nei quali la nostra
razza può cadere nei riguardi dei Diavoli. Uno è di non credere
alla loro esistenza. L'altro di credervi, e di sentire per essi un
interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti
d'ambedue gli errori e salutano con la stessa gioia il
materialista e il mago. Quel genere di scrittura convenzionale
usato in questo libro può esser facilmente imparato da
chiunque ne abbia una volta appreso il congegno; ma le
persone malevoli ed eccitabili che potrebbero farne un uso
cattivo, non l'apprenderanno da me.
I lettori sono pregati di ricordare che il Demonio è un
bugiardo. Non si deve ritener vero, neppure dal suo punto di
vista tutto ciò che Berlicche dice. Io non ho fatto alcun
tentativo per identificare l'uno o l'altro degli esseri umani
ricordati nelle lettere; ma ritengo che non sia probabile che
ritratti come quelli, ad esempio, di P. Spike e della madre del
paziente, siano del tutto ingiusti. V'è un modo di pensare
pieno di desiderio all'Inferno come sulla Terra.
Infine dovrei aggiungere che non è stato fatto nessuno
sforzo per stabilire la cronologia delle lettere. Il numero 17 si
presenta come scritto prima che il razionamento diventasse
una cosa preoccupante; ma in generale il metodo diabolico di
datare par che non abbia relazione con il tempo terrestre e io
non mi sono sforzato di riprodurlo. La storia della Guerra
Europea, eccetto nei casi sporadici in cui interferisce nella
condizione spirituale di un essere umano, è evidente che non
interessava Berlicche.
C. S. LEWIS.
MAGDALEN COLLEN 5 luglio 1941
corrispondenza che oggi offro al pubblico sia capitata nelle
mie mani.
Ci sono due errori, uguali ed opposti, nei quali la
nostra razza può cadere circa i diavoli. Il primo è non credere
alla loro esistenza. L'altro è crederci, e nutrire per loro un
eccessivo e malsano interesse. Quanto a loro, essi sono
egualmente compiaciuti sia dell'uno che dell'altro errore e
salutano sia il materialista che il mago con la stessa delizia. Il
tipo di scrittura usato in questo libro può' essere facilmente
decifrato da chiunque abbia imparato il trucco; ma i maldi-
sposti o gli esaltati che potrebbero farne un cattivo uso non
l'apprenderannno da me.
Ricordino i lettori che il diavolo è un bugiardo.
Non tutto quello che Spirocheta afferma può' essere ritenuto
vero, neanche dal suo personale punto di vista. Non ho fatto
alcun tentativo di identificare gli esseri umani menzionati
nelle lettere; ma ritengo del tutto improbabile che i ritratti,
mettiamo, di Padre Spike o della madre del soggetto, siano
totalmente giusti. I desideri si possono scambiare con la realtà
all'inferno come sulla terra.
In conclusione, vorrei aggiungere che non è stato
fatto niente per mettere in chiaro la cronologia delle lettere.
La numero 17 mostra di essere stata scritta prima che il
razionamento diventasse una cosa seria; ma in generale il
metodo diabolico di computare il tempo sembra non avere
alcuna relazione con il tempo terrestre e non ho tentato di
riprodurlo. La storia della Guerra Europea, eccetto per il fatto
che accade ora e perciò ha un grande impatto sulle condizioni
spirituali di un essere umano, ovviamente non aveva alcun
interesse per Spirocheta.
C.S. Lewis
Magdalen College, Oxford
I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV
In Parliamone il commento critico di Enrico Rovegno.
settimanale inglese Time dedicò a Lewis la copertina, definendolo un cristiano rivoluzionario. La
rivoluzione non è nei contenuti del messaggio evangelico, fedelmente riproposti, ma nel linguaggio:
moderno, ironico, accattivante. Per questo appare oggi importante proporre una nuova traduzione,
nel linguaggio del nostro tempo.
Fra la traduzione di Castelli e quella di Striano intercorre più di mezzo secolo, e si vede. Per
offrire un esempio di come cambi il linguaggio, la prefazione di Lewis alle Screwtape Letters
mostrata nelle due traduzioni:
e con cadenza settimanale sul quotidiano inglese The Guardian, dal 2
maggio al 28 novembre 1941, in piena guerra. Allo stesso modo, è
previsto che le 31 lettere vengano pubblicate su Il Ritrovo Della Parola
una per settimana, ogni mercoledì, a partire, e non a caso, dal 13
febbraio, che in questo anno 2013 dà inizio alla Quaresima.
A chiusura una citazione, che Lewis pose in epigrafe al suo libro:
Tommaso Moro
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Olanda e in Italia (prima a Trieste e poi in Liguria e in Toscana).
Colpito da una epatite degenerata in cirrosi, portò per una ventina d'anni la croce di questa malattia, pur continuando a svolgere
la sua missione di itinerante fino alla morte, avvenuta a Chiavari (Genova) il 20 gennaio 2004.